Fondamenti teorici

Ogni volta che esprimiamo un'opinione, che raccontiamo una storia, che diamo vita a una teoria o che, più semplicemente, parliamo di qualcosa, non lo facciamo in maniera "neutra", ma sempre a partire da una precisa visione del mondo

Tutta la conoscenza, compresa quella scientifica, è prodotta non in un "modo generico", ma in un "un certo modo", vale a dire attraverso l'applicazione di metodi e procedure specifiche.

C'è chi usa il metodo deduttivo, chi ricorre al metodo induttivo, chi preferisce il metodo abduttivo, e così via. Tutto ciò è vero non solo nel campo delle scienze naturali (chimica, biologia, astronomia, ...), ma anche nel campo delle cosiddette scienze sociali (economia, diritto, antropologia, ...).  Non solo. 

Quando Netflix ci consiglia il prossimo film da guardare, basandosi sui contenuti di cui abbiamo fruito negli ultimi mesi, sta usando il metodo induttivo. 
Quando, guardando fuori dalla finestra, vediamo la pioggia e diamo per scontato che l'auto in strada si sarà certamente bagnata, stiamo ricorrendo al metodo deduttivo. 
E quando realizziamo un documentario o un podcast? Non vi è alcuna eccezione. Anche in questo caso stiamo dando vita a un'opera narrativa che non è "neutra", ma che è totalmente intrisa di visioni, approcci e prospettive, proprie di chi l'ha realizzata.
Chi racconta una storia, insomma, lo fa sempre a partire da un preciso punto di vista, da un preciso modo di intendere la realtà circostante, sia essa un bosco, un microrganismo, o il comportamento di un individuo. 

Esiste una branca della filosofia che si occupa di simili questioni. Si tratta di una disciplina che, oggi come oggi, non solo viene sempre meno studiata nei contesti accademici, ma che è pressoché sconosciuta all'interno degli ordinari contesti sociali, quelli cioè in cui ciascuno di noi quotidianamente vive, lavora, si diverte, comunica. Questa disciplina, in verità molto preziosa, è l'epistemologia

Nota anche come filosofia della scienza, l'epistemologia si occupa di individuare le condizioni, al ricorrere delle quali, possiamo avere conoscenza scientifica. Quando un’affermazione, una teoria, un concetto, un punto di vista possono essere accettati come scienza, come sapere scientifico? Ecco, l’epistemologia risponde a questo tipo di domande. 

L’epistemologia è utile a tutti, scienziati e non scienziati, per non accontentarsi di ciò che viene scritto dagli altri o, per accettarlo perlomeno con consapevolezza. Perché tutte le teorie, soprattutto in ambito sociale, possono essere perfezionate e, quand’anche le ritenessimo perfette, dovremmo saper dire qual è la ragione di questa percezione. Insomma, lo studio dell’epistemologia ci aiuta a dire perché un certo sapere è perfezionabile, oppure come mai lo riteniamo infallibile.

La proposta contenuta in TEBE25 ha una propria epistemologia, nel senso che, a differenza di quanto accade normalmente, vogliamo fin da subito specificare quali sono i riferimenti filosofici, le visioni del mondo, nonché i modi di concepire la conoscenza, che abbiamo deciso di porre alla base della nostra iniziativa e dei nostri progetti. 

Tutto questo riteniamo sia non solo un modo per rendere molto solide le basi metodologiche della nostra proposta, ma anche un modo per mostrare, fin da subito, con chiarezza e rispetto, a coloro che vorranno seguirci e supportarci, che:

- non abbiamo alcuna intenzione di  imporre delle presunte verità assolute (che nella nostra visione non esistono); 

- non vogliamo far passare l'idea di essere semplici amplificatori di idee altrui, ma piuttosto costruttori di inediti punti di osservazione della realtà;  

- le teorie in ambito economico insistono su fenomeni sociali e che questi, essendo mutevoli, possono renderle desuete; 

- che descrivere alcuni oggetti delle scienze economiche (in primis, il lavoro) con termini nuovi è un qualcosa che non ha nulla di inaccettabile;

- che i fenomeni socioeconomici non sono fenomeni naturali e che, proprio per questo, non si può considerare il lavoro alla stregua di una cometa o di un albero;

- che il lavoro non esiste in natura, ma esiste solo nei termini che usiamo per definirlo. 

Il principale riferimento epistemologico di TEBE25 è rappresentato dal pensiero di Karl R. Popper. Tutto ciò che racconteremo si basa sull'applicazione e la rielaborazione, tra le altre, delle sue idee di razionalismo e antistoricismo.

Siamo convinti che la solidità, ragionevolezza e fondatezza di una qualunque argomentazione non possa che poggiare su delle ben definite basi epistemologiche. 

Il primo e più importante oggetto di qualunque sapere dovrebbe essere, prima di tutto, il sapere stesso. 

La nostra epistemologia